Le Dieci Parole

Ovvero le istruzioni per l’uso della vita

Le Dieci Parole

Ovvero le istruzioni per l’uso della vita

Data del prossimo ciclo

Basilica Madonna dei Sette Dolori

Pescara

CICLO “IOTA”

A PARTIRE DA LUNEDÌ 6 FEBBRAIO 2023

ATTENZIONE! Non è più possibile aggiungersi al presente percorso. Attendere il successivo ciclo KAPPA a partire dal 12 febbraio 2024

Le “Dieci Parole”: un’esperienza largamente diffusa

Negli ultimi decenni si è diffusa in tutto il territorio nazionale un’esperienza di catechesi per giovani e adulti, centrata sui Dieci Comandamenti, che sta avendo grande successo di numeri ma soprattutto di “impatto” benefico nella vita di molte persone dalle storie e provenienze più svariate. Si tratta di giovani in ricerca, di persone che vengono dall’area grigia della fede generica e intimistica, di adulti “impegnati” che scoprono di dover rifondare la loro fede su basi più vere, di coppie che cercano una nuova partenza per la loro storia insieme, di uomini e donne che vengono dall’ateismo militante o dall’indifferentismo edonistico e che faticano a trovare una propria collocazione nella Chiesa.

Un fenomeno che fa riflettere

… nella nostra società secolarizzata non è facile aggregare giovani e adulti per una catechesi settimanale per tempi così lunghi. Le catechesi settimanali durano un anno e, all’interno del percorso, sono previsti tre fine settimana intensivi di ritiro. Soprattutto è l’argomento che sconvolge: proprio i Comandamenti aggregano! Ovvero la lista delle proibizioni, il lato oscuro (pesante) della fede, la parte morale, le esigenze di Dio. Strano! Tutto sembra cospirare contro ogni forma di limitazione, la gente sembra intollerante nei confronti di tutto ciò che mette barriere al comportamento e ai desideri, e gli uomini di Chiesa dovrebbero mettersi a proclamare la legge di Dio? Ce n’è abbastanza per incuriosirci.

Perché tanto interesse per i Comandamenti

Quali innovativi contenuti vengono proposti? La situazione di partenza è abbastanza infelice. La catechesi tradizionale, quella improntata al tanto disprezzato “nozionismo”, è scomparsa e molti non sanno neanche elencare i Dieci Comandamenti in modo completo e ordinato. L’effetto è che, in merito, anche molti cristiani praticanti hanno in testa una nebulosa informe di idee, preconcetti e convinzioni scoordinate. I non praticanti invece partono da zero… non hanno neanche quel briciolo di informazioni precise che possono fare da base di partenza. La cosa che accomuna tutti, praticanti e non praticanti, è la sensazione profonda di disagio che accompagna la parola “comandamenti”: per gli uni è fonte di sensi di colpa, di un “non sentirsi mai a posto” che cresce quanto più ti impegni seriamente, per gli altri è l’emblema di una Chiesa oppressiva e retrograda.

Vale la pena trattare tutti allo stesso modo: partire da zero!

Che cosa siano veramente i Comandamenti nessuno lo sa. Bisogna partire con una bella rincorsa per saltare l’ostacolo dei pregiudizi: infatti le prime catechesi non hanno nulla a che fare con i Comandamenti. Sembrano le più “sbarazzine” e leggere (sono introduttive!) ma sono quelle che nascondono tesori di sapienza serissimi che verranno rivelati e capiti solo alla fine del percorso.

In un mondo confuso…

La cultura dei talk-show, del dibattito, dell’esternazione di molti punti di vista contrapposti, della libertà per la libertà, specie quella di opinione, scrive nelle coscienze in via di formazione, specialmente giovanili, una confusione molto più devastante di quanto si pensi. Ecco le Dieci Parole. Dopo 200 anni di devastazioni abbiamo un uomo che per saper tanto, non sa proprio niente. Abbiamo un analfabetismo esistenziale in cui ogni scelta è incerta, e si vive “a casaccio”. Abbiamo perso le istruzioni per l’uso. Adoperiamo la vita, il corpo, l’affettività, l’amicizia, il tempo, come un elettrodomestico sconosciuto, spingiamo i bottoni a caso. La felicità sembra un incidente fortuito.

… ci vuole una bussola

In realtà la vita ha le sue istruzioni per l’uso, ha la sua filigrana di autenticità. Sappiamo (o dovremmo saperlo) che nella santa volontà del Padre c’è la nostra pace, la nostra certezza, e che esiste un uso buono delle cose. Proprio questo sono le “Dieci Parole”: la via della pace, la via della sapienza. Se è vero che bisogna passare dalla Legge alla Grazia, è pur vero che l’uomo che non conosce neanche la Legge è un cieco senza punti di riferimento.